Lo 'strappo' di Mariani, Pepe e Monticelli: «Delibera non condivisa dalla politica»

TERAMO – «La delibera con cui la Asl ha predisposto la chiusura delle sedi di continuità assistenziale sul territorio della provincia di Teramo è un atto talmente formale e burocratico che non ha avuto alcuna condivisione politica». Parlano ormai all’unisono i consiglieri regionali Sandro Mariani e Luciano Monticelli e l’assessore Dino Pepe: i tre esponenti del Partito democratico prendono posizione netta sulla polemica sulla chiusura progressiva nei prossimi sei mesi di 8 guardie mediche sul territorio, sottolineando ancora una volta la distanza tra la politica locale e gli atti adottati in sanità. «Siamo assolutamente consapevoli dell’importante processo di riorganizzazione funzionale della medicina territoriale – dicono i tre amministratori – e ben conosciamo gli atti di indirizzo contenuti all’interno del piano sanitario appena approvato. Proprio per questo motivo è necessario che i cambiamenti avvengano gradualmente per garantire ai cittadini il mantenimento, prima ancora del potenziamento, dei servizi esistenti».

«I servizi garantiti dalle guardie mediche sul territorio rappresentano un presidio di sicurezza per le cure primarie inserito nel sistema della rete delle emergenze il cui valore è assoluto e deve essere salvaguardato nella sua funzione di filtro nell’assistenza ai cittadini. Riteniamo che non esista motivazione cogente che possa determinare nel giro di pochi mesi chiusure di questi servizi di base così vicini alla popolazione. Pertanto abbiamo immediatamente avviato l’interlocuzione con i competenti uffici regionali affinché si arrivi a scongiurare la chiusura di queste sedi, nelle more di un processo di ampia concertazione territoriale che deve vedere coinvolti i sindaci quali primi tutori della salute dei cittadini. Ciò che possiamo e dobbiamo fare nel programmare nuovi servizi per le cure primarie attraverso le aggregazioni funzionali territoriali nonché gli innovativi sistemi di telemedicina e teleassistenza, non possono prescindere dal mantenimento di un servizio concreto e funzionante quale quello della continuità assistenziale».

«Penalizza molti territori della nostra provincia e mette a rischio la sicurezza dei cittadini, soprattutto nelle aree interne che verranno così private dalla sera alla mattina di questo importante presidio di assistenza di base – è il parere di Carlo Simone, coordinatore provinciale di Abruzzo Civico -. Ci eravamo già battuti per la chiusura del 118 di Isola del Gran Sasso portando il caso in Parlamento con un’interrogazione rivolta dall’onorevole Giulio Sottanelli al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: faremo lo stesso anche per questo provvedimento sulla chiusura delle guardie mediche. Il processo di riorganizzazione della sanità sul territorio non può essere calato così dall’alto». «Decisioni come questa minano dalle fondamenta il sistema sanitario pubblico, con la chiusura delle guardie mediche si nega ai cittadini la sicurezza di avere un medico a disposizione 24 ore su 24 – aggiunge Siriano Cordoni, medico di base e membro del coordinamento provinciale di Abruzzo Civico -: se di giorno i cittadini possono rivolgersi al medico di base, di notte e nei festivi non resterà che rivolgersi ai pronto soccorso. Questa delibera fa saltare quella funzione di filtro che hanno sia il medico di famiglia che quello di guardia, ovvero la funzione di selezionare i casi che devono o non devono andare in pronto soccorso, così si rischia di incrementare file nei pronto soccorso che non saranno più in grado di gestire al meglio le emergenze poiché impegnati con i casi più banali».